Elena Apollonia Campus, Antonio Fiorentino, Benedetta Lucca
Elena Apollonia Campus, Antonio Fiorentino, Benedetta Lucca
Dalle 17.00 alle 23.00
Incontro. Tre artisti, una collettiva, un solo materiale. Cogliendo le affinità e le differenze conseguenti ai loro processi creativi
Elena Campus, Antonio Fiorentino e Benedetta Lucca chiedono all’osservatore di cogliere le affinità che caratterizzano le loro opere, avendo come punto focale della loro installazione la possibilità di ricercare i modi differenti nell’utilizzo della pietra come materia scultorea prescelta. Qui essa viene scardinata dall’utilizzo comune per ritrovarsi immersa in una sfera contemporanea che ne utilizza le caratteristiche fisica ribaltando qualvolta la sua ideale robustezza. La ricerca individuale spazia nella forma. Un comune denominatore, identificato dall’utilizzo dello scalpello, collima contemporaneamente nelle differenti intenzioni dei tre artisti. Lo Spazio PR 46, nato appositamente per l’evento, li accoglie permettendogli una compenetrazione di sguardi in cui l’osservatore sarà indirizzato dalla differente creatività dell’immaginario che forgia la materia. ElenA Campus (Bosa, 1995) COMPENETRAZIONE, 2020 Pietre provenienti dalla sua terra natia divengono serrature di un contatto primordiale. Il loro strato grezzo viene addolcito, allisciato per ricercare la tenera carne che permette l’ingresso e la connessione con le dita dell’artista. Il ritmo continuo e costante dello scalpello ne scava l’essenza sempre più internamente. Il calore ne permane la mano. Il suono ne scandisce il tempo. Un contatto breve ricerca la carezza di un lento processo. Antonio Fiorentino (Barletta, 1987) CARRAGGIAE, 2014. Simile ad un reperto osseo o vegetale ritrovato durante uno scavo e riportato in vita con l’intervento manuale di pulitura, questa opera in marmo bianco di Carrara si colloca in quella zona liminale che abbraccia la sfera fitomorfa e zoomorfa. A livello materico, la scultura è frutto di una minuziosa lavorazione che crea effetti porosi e tattili che annullano visivamente la pesantezza del materiale, come scavato dall’azione incontrollabile del corso del tempo. Benedetta Lucca (Lucca, 2020) ARMADAMORE, 2020. La durezza e la resistenza del materiale vengono qui annullate. Il marmo diviene leggero. La sua fragilità è accentuata. La lancia, appesa al soffitto con un laccio emostatico, fluttua con movimento randomico nello spazio. Indica. Si muove con indecisione ritmica, costante. Ricomincia. Sceglie la sua "vittima", prima e ultima che verrà colpita. Per poi collassare su se stessa e terminare la sua effimera e breve vita.
Si riceve per appuntamento previa richiesta attraverso mail spaziopr46@gmail.com o telefono 3207875205
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