È l’artista con il suo corpo ad attivare un confronto con il luogo. Lo spazio è ciò che un corpo ottiene ed occupa immediatamente e questo spazio occupato dal corpo prende forma grazie ad esso. Il corpo con i suoi limiti intesi come apertura dalla quale qualcosa inizia ad essere altro ad essere l’altro e al tempo stesso da cui qualcos’altro ha il suo compimento e occupa il suo luogo stesso.
Lo spazio è un corpo che può accogliere avvolgere e contenere i luoghi del corpo. Diventando la pura forma del campo di battaglia dell’intuire che anticipa ogni oggetto forma materia colore e luce ipersensibilmente dati.
A partire da un interno Passo Orientale evoca come questi spazi divengono una forma dell’intuire dell’interpretare tradurre e riproporre nuove visioni del mondo. Come la pittura cerca di donare esistenza visibile a ciò che la visione crede invisibile.
In occasione del Walk-In Studio gli artisti aprono al pubblico lo spazio che si trasforma in un corpo quasi affascinante dove la visione si spinge al di là dei dati visuali il pittore quando dipinge come dice Ponty pratica una teoria magica della visione.