Lidia Bianchi, Silvia Bigi
Lidia Bianchi, Silvia Bigi
a cura diFranco Cesare Zanetti, Pierpaolo Ceccarini, Beatrice Fortino
dalle 18.00 alle 22.00
Il display di tutto quello che accade prima che un lavoro possa definirsi concluso; se mai concluso possa definirsi un lavoro. In mostra prove di stampa, immagini scartate, appunti e frammenti legati alla costruzione dei progetti degli ultimi anni.
Walk-In Studio vuole creare un’occasione di incontro e condivisione diretti tra artisti e territorio, tra autore e pubblico. Terminus Digital Art sviluppa progetti di comunicazione unendo analogico e digitale, creando esperienze multimediali e multi sensoriali. Terminus Digital Art non vuole mancare questa occasione di contatto con il mondo dell’arte, svelando il lavoro che si nasconde dietro un progetto creativo. Perciò è lieto di annunciare la partecipazione al festival Walk-in Studio dal 5 al 9 ottobre ospitando le due artiste contemporanee Lidia Bianchi e Silvia Bigi presso la propria sede di via Pietro Custodi 8, tutte le sere dalle 18 alle 22.
“Senza vergognarsi troppo” è il display di tutto quello che accade prima della fine di un lavoro che possa definirsi concluso -se mai concluso possa definirsi un lavoro-. Si tratta della messa in mostra di prove di stampa, immagini scartate, appunti e frammenti legati alla costruzione dei progetti degli ultimi anni, giustapponendoli per somiglianza o differenza, a costruzione di nuove narrazioni. Accompagnate da una video istallazione realizzata da Terminus digital art. Quando un progetto può definirsi finito? Quant’è e qual è il tempo dell’opera? Lidia Bianchi e Silvia Bigi ci porteranno nei retroscena del processo.
Senza vergognarsi troppo è un mantra, tra sé e sé, e un invito, per gli amici.
“Senza vergognarsi troppo” che mette in dialogo tra Lidia Bianchi e Silvia Bigi, è un titolo che sa di accoglienza ed empatia; forse, per qualcunə, può diventare anche portatore di redenzione, sollievo, come fosse una molla che spinge a rivedersi in maniera magnanima senza passare per quelle tappe, apparentemente obbligate, dell’autocritica e della rigida valutazione di sé. La mostra è a cura di Franco Cesare Zanetti, Pierpaolo Ceccarini e Beatrice Fortino.
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