Laura Claus, Giulia Roncucci, con lo studio Peri Neri Maker
Laura Claus, Giulia Roncucci, con lo studio Peri Neri Maker
a cura diGiulia Roncucci
dalle 15.00 alle 20.00
Viene presentata l'esperienza "dispositivo#2 (una nuova coscienza)" di Giulia Roncucci che nell'edizione dello scorso anno era in fase di elaborazione. Il lavoro entra in dialogo con le sculture surreali dell'artista Laura Claus.
Dispositivo#2(Una nuova coscienza) 2020-2021 - Lo spettatore è invitato ad esplorare liberamente lo spazio guardandolo da diverse angolazioni. Tre ampie cornici di vetro dividono in due lo studio dando forma ad una “realtà parallela”: parti meccaniche, antropomorfe, si muovono ricreando un dialogo che si sviluppa attraverso le proiezioni e le luci che questi oggetti riflettono. Nel pannello di destra una serie di elementi si compenetrano: un globo terrestre in rotazione, dall’effetto tridimensionale, è attraversato da altri elementi luminosi e da una mano rotante con innestata un’antica lente al posto del dito medio (una sorta di negativo della famosa mano di Cattelan in Piazza Affari a Milano). La terra ruotante scandisce un tempo continuo, infinito, filosofico. Il soundscape è stato realizzato utilizzando il rumore della terra catturato dalla Nasa, il canto di una balena, voci provenienti da diverse parti del mondo fra cui profughi e rifugiati politici, che si mescolano a quelle provenienti naturalmente dalla strada attraverso una bocca di lupo. Si distinguono infine una serie di frasi nonsense in italiano e in cinese che rievocano i messaggi in codice trasmessi da Radio Londra durante il secondo conflitto mondiale. Al centro della colonna uno spioncino offre lo scorcio di un cielo in rotazione, appaiono delle case che sono quelle realmente presenti sopra lo studio. Elementi antropici che rivelano una presenza umana, attesa o scomparsa. A sinistra attraverso uno specchio appare una seconda mano che ripropone la gestualità dell’interazione con lo schermo dello smartphone. Il gesto si trasforma in un grattare in un picchiettare più frenetico, in una richiesta di aiuto attraverso un s.o.s lanciato utilizzando il codice morse. Il lavoro è uno “studio in the studio” sul concetto di mondo-persona e sulla condizione della coscienza trasformata dalla pandemia. Una coscienza in tensione verso un sentire universale. Ma anche la coscienza della terra e dei suoi abitanti come manifestazioni libere e parlanti dell’essere. E una coscienza che trascende le altre attraverso una mano “pansofica” che muove il mondo e la cui ombra instabile si compenetra con esso determinando fatti e cambiamenti inaspettati. Il concetto di “muro di vetro” nasce da un’analisi sugli strumenti di comunicazione di massa proprio come materializzazione di una coscienza in bilico tra il travalicamento dei confini dell’io e la prigionia. La parte oscura come chiusura della comunicazione, come solitudine e confinamento nei limiti dei mezzi tecnologici nonché in quelli materiali della propria abitazione per esempio e la tensione comunicativa primaria di richiesta di aiuto alla ricerca dell’altro. La richiesta di aiuto mostrata è sì psicologica, rivolta a se stessi, ma anche evocativa delle grandi tragedie in atto come la fuga da guerre e persecuzioni e dei naufraghi senza volto. È un invito all’ascolto di sé ma anche di chi è lontano e bisognoso di aiuto. Giulia Roncucci.
Serie "La seconda coscienza" di Laura Claus:
Nata a Milano, si occupa da più di venticinque anni di decorazione d’interni. È saltuaria costumista teatrale, aspirante tassidermista, sbigottita artista. Crea assemblage utilizzando materiali di origine animale e vegetale, componenti di oggetti e bambole d’antiquariato, incapsulandoli in campane di vetro, utilizzate nell’arte sacra, realizzate a mano da maestri vetrai napoletani. Le opere sono spesso collegate a racconti surreali scritti dalla stessa artista.
Le sculture sono chiassose, ma non parlano, se non attraverso la lettura di narrazioni distopiche che l’artista associa ad ogni opera. Laura precisa che le letture non sono qualitativamente perfette, che ci sono rumori di fondo, interferenze non calcolate e poi lasciate libere di esistere, evitando la dittatura della pulizia di registrazione. Penso che d’altronde, è grazie all’intromissione dei corpi estranei che si forma la perla in natura.
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