giovedì 7 ottobre 2021zona 9

It will never be the same

Casa-Studio Brando-Carli

artisti

Gianluca Brando, Pau Masclans

INFO

via Giuseppe Tartini, 13a

dalle 16:00 alle 22:00 - su appuntamento

sinossi

Immaginando lo spazio come contenitore di un'esperienza immersiva capace di coinvolgere i visitatori in un'indagine che avviene all’interno, all’esterno e ai bordi di un ideale reticolato, le opere dei due artisti danno forma a un palcoscenico in grado di accogliere le azioni stesse del pubblico.

descrizione

In occasione di Walk-in Studio, Casa-Studio Brando-Carli presenta It will never be the same, progetto di Gianluca Brando e Pau Masclans. 

Immaginando lo spazio come contenitore di un'esperienza immersiva capace di coinvolgere i visitatori in un’indagine che avviene all’interno, all’esterno e ai bordi di un ideale reticolato, le opere dei due artisti danno forma a un palcoscenico in grado di accogliere le azioni stesse del pubblico, tra automatismo e movimento, osservazione e stasi. “Tic-tac-you, tic-tac-me”, lavoro dell’artista spagnolo Pau Masclans, è un intervento performativo in dialogo diretto con il pubblico e con “Soffio (passaruota)”, installazione di Gianluca Brando, appositamente pensata per l’ambiente centrale del suo studio.

“Soffio (passaruota)” è un’istallazione fatta di volumi plastici che trattengono, come in un'immagine fotografica tridimensionale o una fossilizzazione contemporanea, la dinamicità disarticolata di relitti industriali che, essendo tali in quanto fuoriusciti dalla propria connaturata serialità, riacquistano una singolarità perduta, un'identità non programmata. Queste copie individuali generate da matrici seriali (calchi in gesso di passaruota raccolti ai margini delle strade dopo il loro distacco dalle automobili in viaggio) sono disposte su ritagli regolari di spandex, un tessuto dalle specifiche caratteristiche, quali l’estrema elasticità e flessibilità; si tratta infatti di una fibra che può estendersi senza perdere mai la sua forma iniziale. Queste porzioni di spazio regolare dai colori luminescenti sulle quali le forme si stagliano, evocano la ritmicità di una scacchiera, provocando un cortocircuito di immaginari, in una sorta di paradossale archeologia del presente. Risuona in parte alla mente quel concetto di “exforma” elaborato da Nicolas Bourriaud, ovvero di una forma coinvolta in una procedura di esclusione o inclusione, in transito tra il centro e la periferia. Una reazione alla nostra condizione nell'era della moltiplicazione degli scarti, degli sprechi del capitalismo, di sogni di industrializzazione infranti.

“Tic-tac-you, tic-tac-me” è un atto performativo di condivisione della propria pratica artistica individuale con il pubblico. Una necessità che parte dal bisogno di “uscire fuori ed entrare in contatto”, innescando riflessioni che afferiscono a dimensioni psicologiche più ampie, dimensioni che l’operare artistico tende per sua stessa natura ad emblematizzare. Per Pau Masclans esiste una identificazione ambivalente tra il gioco popolare del Tris e il proprio operare. Da una parte quella in cui l’espressività rimane inscritta in una sorta di dialogo interno, intimo, privato, dall’altra parte quella in cui il dialogo si fa esterno, pubblico, esibibile. Quest’ultimo avviene soprattutto quando esso è condiviso. Tale identificazione, similitudine o uguaglianza tra dialogo e Tris si sviluppa dall’osservazione di alcune caratteristiche proprie del dialogo tra persone, quali ad esempio il semplice gioco, il passare del tempo insieme, la competitività che si instaura, la razionalità, l’inconscio, il riempire di suoni uno spazio strutturato, i tempi della parola, le domande, le risposte. All’interno di uno spazio così strutturato, l’artista invita il pubblico ad entrare in contatto. Attraverso il relazionarsi del gioco, emerge la situazione individuale. 

Suddividere un determinato spazio in precise aree quadrate è un’operazione che in ambito archeologico viene definita “quadrettatura”. Si tratta della fase preliminare all’organizzazione dell’area di scavo e ne rappresenta la sua razionalizzazione. Per certi versi è come “stereotipare” un luogo, schematizzarlo e strutturarlo in modo da rendere l’operazione di scavo codificata. In questo spazio razionale dove il divenire della scoperta è inscritta in certe specifiche possibilità avviene comunque, e nonostante la ripetizione di gesti simili, posture somiglianti, rituali e risultati già preannunciati, una scoperta ogni volta unica, straordinaria: una meraviglia che non sarà mai la stessa. Analogamente alla quadrettatura archeologica, il ricorrere in mostra di questa immagine di essenziale modulazione dello spazio, dà forma a un palcoscenico su cui transitano gesti e posture, segni e tracce ripetute eppure uniche, peculiari, così come meriterebbero di svilupparsi le nostre esistenze.


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Gianluca Brando (Maratea, 1990) vive e lavora a Milano.
Dopo gli studi nelle Accademie di Belle Arti di Roma e Venezia, ha coltivato le sue ricerche nell’ambito della scultura, prima con un soggiorno a Taiwan, dal 2014 al 2017, e in seguito, negli ultimi tre anni, attraverso le esperienze di alcuni programmi di residenza artistica tra cui Cripta747 Studio Programme a Torino, BoCS Art a Cosenza, Roccagloriosa Residenza d’Artista, Officine Saffi in Residence e VIR Viafarini in Residence a Milano. Nel 2020 il suo lavoro è stato incluso in progetti ideati dalla Fondazione SoutHeritage di Matera e dalla Fondazione Pini di Milano, quest’ultimo a cura di Adrian Paci. Finalista della scorsa edizione del Premio Francesco Fabbri per le Arti Contemporanee, nel 2021 ha realizzato Qui e là, opera concepita come esperienza per una sola serata da vivere in coppia negli ambienti di Spazio Taverna a Roma, a cura di Ludovico Pratesi e Marco Bassan.

Pau Masclans (Barcellona, 1991) vive e lavora tra Barcellona e Milano. 
Diplomato in tecniche scultoree, ha realizzato un traineeship presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, tramite una borsa di studio della Commissione Europea. Attualmente prosegue la sua formazione presso la Facoltà di Belle Arti dell'Università di Barcellona. La sua pratica si articola a partire da osservazioni e intuizioni che attivano una catena di narrazioni. Recentemente è stato artista in residenza presso VIR Viafarini in Residence (Milano, 2020) dove ha realizzato El viaje de las entrañas (Viaggio delle interiora), un corpo di lavori composto da installazioni interdisciplinari sul tema del viaggio e dell'infanzia. Inoltre ha partecipato a mostre collettive come Azione residuale, MARS (Milano, 2019) e Concerto per KAK, insieme al collettivo È il topo, in occasione di NESXT Festival (Torino, 2019). Nello stesso anno ha partecipato anche alle residenze BoCS Art a Cosenza, e Roccagloriosa Residenza d’Artista, dove ha lavorato sul rapporto tra individuo e contesto.

CASA-STUDIO Brando-Carli
È lo spazio di Gianluca Brando e Victoria Carli. Abitazione e studio confluiscono all’interno di ampi e luminosi ambienti che si aprono su un cortile interno animato da attività eterogenee, a pochi passi da Piazza Dergano a Milano. Con il progetto It well never be the same, in occasione di Walk-In Studio, questo spazio si apre per la prima volta al pubblico.

Casa-Studio Brando-Carli

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Schematiche trasformazioni

Appena entratə in Casa-Studio Brando-Carli, si ha l’impressione di essere parte di uno schema preciso in cui muoversi ordinatamente, senza scavalcare i confini, osservando se stessə e lə altrə in un ideale spazio reticolato che raccoglie le opere di It will never be the same.

Autore Ilaria Dal Lago

Casa-Studio Brando-Carli