mercoledì 6 ottobre 2021zona 8

Vissi d'arte

Spazio Muri Liberi via Ardissone

artisti

GC, Elena Beorchia, Alberto Barazzutti

INFO

viale dei Pioppi, 38 - Parco dei Pioppi

dalle 17.00 alle 19.00 - su appuntamento

sinossi

Si parla d'arte attraverso un linguaggio riduzionistico utilizzando strumenti e stilemi differenziati; un'arte in formato ridotto è un'opportunità per esporre la limitatezza, la precarietà, l’incertezza della condizione umana nella nostra società.

descrizione

UNA MINIMA QUANTITÀ. L'arte moderna ci ha lasciato in eredità una pluralità di linguaggi molto diversi e spesso in antitesi fra loro che però hanno avuto un denominatore comune: la tendenza alla semplificazione, alla riduzione agli elementi minimi necessari per l'elaborazione di immagini non più legate alla necessità di rappresentare la realtà esteriore. Questo riduzionismo ha consentito di spaziare all'interno di una grande varietà di contenuti e di esporre o analizzare una molteplicità di fenomeni. Negli anni '80 con il progressivo venir meno della spinta ideologica e libertaria nella società anche l'arte subisce una trasformazione profonda in una direzione revisionistica. Implodono i regimi comunisti e ha termine l'equilibrio bipolare postbellico, il capitalismo non ha più rivali. Il riflusso dal politico al personale si concretizza come momento di affermazione della propria soggettività e l'arte si adegua al superamento del conflitto fra comunismo e capitalismo integrandosi nel sistema produttivo di quest'ultimo e rinunciando contemporaneamente a porsi in una posizione di critica dello status quo pena la marginalità. L'arte ricerca l'integrazione nella società e ne assume alcune caratteristiche: diventa incline alla spettacolarizzazione, al sensazionalismo, accetta e utilizza a proprio vantaggio i meccanismi della società dei consumi e della comunicazione, fa suoi i concetti di sviluppo illimitato e crescita proponendosi in chiave monumentale, diventando affetta da gigantismo, proponendo una grande quantità di opere, quindi di mostre, di fiere e di nuovi "musei del contemporaneo". La massificazione della produzione fa si che l'arte tenda ad assumere anche connotazioni dilettantistiche (in senso letterale), ossia venga realizzata per il proprio piacere e/o per il piacere di chi ne fruisce, che diventi incline all'intrattenimento in contrapposizione con l'approccio di innovazione e di ricerca umanistica e/o scientifica proprio dell'Arte Moderna. In quanto eredi degli artisti che si sono resi protagonisti delle multiformi esperienze dell'Arte Moderna, dobbiamo cercare di conservare la sua grande ricchezza e da lì partire per intraprendere nuovi percorsi che tengano conto di questa estrema complessità. Il manierismo postmoderno si è limitato ad attraversarne e a riutilizzarne gli stili tralasciando i valori sottesi ad ogni singolo linguaggio, privilegiando una visione superficiale e disimpegnata che, se da un lato ha avuto il pregio di evidenziare i limiti dell'arte del Novecento ed è stata in qualche misura liberatoria e critica nei confronti dei suoi eccessi, dall'altro non ha prodotto una visione d'insieme. Se di quest'ultima necessitiamo per prendere coscienza della ricchezza di ciò che abbiamo ereditato, per poter affrontare la situazione e giungere a risultati non convenzionali può rivelarsi utile un approccio riduzionistico, e quindi implicitamente neomoderno, individuando alcuni elementi significativi e ricorrenti presenti nella varietà dei movimenti del Novecento in un'ottica di riciclo e riuso ma utilizzando un linguaggio in grado di autolimitarsi, espresso in quantità minime, e che anche per questo possa essere proposto con modalità sperimentali e quindi suscettibile di variazioni sia stilistiche che strumentali, quindi un'arte che trovi significato nella varietà più che nella quantità, che sia più attenta all'ideazione, al contenuto piuttosto che ad un'elaborazione estetica in cui prevalga la dimensione superficiale della piacevolezza. Un linguaggio semplificato ci consente di tener conto di più fattori e quindi di più aspetti della realtà; un'arte in formato ridotto è quindi un'opportunità per evidenziare tutti i limiti del fare artistico, di fare un'arte che non abdichi al proprio ruolo di critica sociale e attraverso la propria limitatezza sia in grado di esporre la limitatezza, la precarietà, l’incertezza della condizione umana nella nostra società.

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Ad Alberto Barazzutti ed Elena Beorchia non manca di certo l’ironia. Se a volte una mostra può risultare interessante o istruttiva, a volte può svoltare la giornata, facendo riflettere e divertire allo stesso tempo.

Autore Monica Turri

Spazio Muri Liberi via Ardissone