Venerdì 23 ottobre 2020zona 9

Thoughtlandia

Studio Pepe 36

artisti

Edwin A.Abbott, Giuseppe Buffoli, Joykix, Francesco Fossati, Camilla Marinoni, Saba Najafi, Diego Randazzo, Eva Reguzzoni, Danilo Vuolo

a cura diRossella Moratto

INFO

via Guglielmo Pepe, 36

Dalle 18.00 alle 21.00

sinossi

Thoughtlandia uno spazio ospitante e ospitale che dà ai territori divergenti e laterali della creatività e dell’immaginazione, dell’ozio e del gioco. Una mostra ipotetica e possibile fatta di pensieri, progetti, semilavorati, variazioni, azioni e intenzioni. 

descrizione

Un QR Code è all’apparenza solo un crittogramma grafico bidimensionale, un disegno composto di moduli bianchi e neri. Ma grazie alla tecnologia diventa molto di più: un dispositivo che apre a un’altra dimensione, uno “stargate”, una soglia che ci permette di accedere a un altro spazio e a un altro tempo altrimenti inaccessibili. Durante il lockdown lo studio è stato per un certo tempo impraticabile. Impossibile abitarlo, lavorare insieme, allestire un’esposizione. Abbiamo così immaginato una mostra possibile, riflettendo su questa condizione di preclusione e sulle esperienze e azioni che avremmo potuto e voluto condividere. Nasce così questo progetto, che abbiamo voluto mantenere nella configurazione originaria e ipotetica, così come l’abbiamo pensata in quei giorni, come occasione in cui presentare non delle opere compiute concettualmente e reciprocamente connesse ma pensieri, progetti, semilavorati, variazioni, azioni e intenzioni che non avremmo potuto mostrare in altro modo. Abbiamo così avuto l’opportunità di esplorare individualmente e collettivamente il lavoro di ognuno in modo diverso, senza limiti, raccontando aspetti poco noti, idee solo abbozzate, gesti che non avrebbero trovato altra collocazione. Il QR Code è diventato lo spunto della nostra discussione e spazio ospitante e ospitale: superare la soglia della bidimensionalità per accedere con un salto quantico alla dimensione illimitata del pensiero è la migliore metafora della pratica artistica che dà accesso ai territori divergenti e laterali della creatività e dell’immaginazione che non hanno legittimità nella routine di ogni giorno e in quelli – perché no?– dell’ozio e del gioco. Il titolo Thoughtlandia è una citazione e un omaggio a Edwin A. Abbot, ospite proveniente da un altro luogo e un'altra epoca che con il suo romanzo Flatlandia, racconto fantastico a più dimensioni, ci ha ispirato e che dal lontano 1884 ha condiviso – nelle vesti del protagonista, un quadrato abitante di un mondo a due dimensioni che scopre la terza e la quarta – la nostra esperienza. 

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