Giovedì 22 ottobre 2020zona 8

Con-fine

SpazioFico

artisti

Edvige Cecconi Meloni, Francesco Kalivaci

a cura diFrancesca Zampini

INFO

via Enrico Tellini, 17

Dalle 11.00 alle 23.00

sinossi

Un contenitore dinamico di riflessione e ricerca. I due artisti intendono interfacciarsi con lo studio, ancor prima che spazio fisico, come realtà mentale e dispositivo d’azione, in un momento in cui l’impotenza di agire gestisce il mondo circostante.

descrizione

L'atelier e spazio espositivo SpazioFico, gestito attualmente dall'artista Edvige Cecconi Meloni, intende ospitare e collaborare con l'artista Francesco Kalivaci. Sulla base di questo delicato e singolare periodo storico, il progetto vuole utilizzare SpazioFico come un contenitore dinamico di riflessione e ricerca. I due artisti, intendono interfacciarsi con lo studio, ancor prima che spazio fisico, come realtà mentale e dispositivo d’azione, in un momento dove l’impotenza di agire gestisce il mondo circostante. Per tale motivo, è desiderio esporre principalmente le opere realizzate negli ultimi mesi, regolate da ossimori e sintomi contrari, instaurando quella sottile dinamica tra condizione interna ed esterna, attraversando - soprattutto immaginando con lo sguardo - un’emblematica finestra.

Nel quartiere residenziale di Cenisio, in Via Enrico Tellini 17, si trova SpazioFico, ex officina milanese, riadattata come spazio polifunzionale ed espositivo no profit, proponendo la rivalutazione del loco e la promozione di artisti. Nel 2018, gestito dal collettivo O’Dirik e, attualmente, dall’artista Edvige Cecconi Meloni in collaborazione con Cesare Cavallini. Superato il varco, si presenta un’ecosistema intricato, nel quale ha preso vita un universo fisico particolarmente adatto per il panorama artistico e sperimentale. Il primo a essere incontrato è il cortile, animato da toni verdi, nella quale si erige il fico, una grande pianta che ha influenzato il nome dello spazio. Si accede poi, all’atelier di Edvige Cecconi Meloni, comunicante conun altro ambiente, adibito a luogo espositivo. A dir vita al processo artistico di Cecconi Meloni è infatti la bellezza di quello che non viene colto, o vive di un minimo bagliore. Il dettaglio viene trascritto dall’artista su carta fatta a mano, successivamente trasformata in lettera. L’elaborazione artigianale della carta, gli “affreschi narrativi” realizzati su parete, la scrittura, il disegno, l’accumulo di oggetti e la trasformazione di quest’ultimi non prevedono un termine o una finalità ma una costante ricerca nel quotidiano, costituendo un memoriale, un rapporto epistolare con il mondo, scandito tra scrittura ossessiva e mobilitazione simbolica. A questa, si affianca la collaborazione e la ricerca artistica del proliferante pittore Francesco Kalivaci. Costituita da un approccio storico, tanto quanto teorico; ricavando dalle sue opere una riflessione sulla natura dell’immagine artistica. Affrontare l’opera attraverso l’indagine e l’investigazione del rapporto tra pensare iconico e pensare verbale, nonché sull’enigmatica e intima relazione tra l’opera pittorica e il suo sguardo. Ponendo l’attenzione sul fatto che, l’opera pittorica è, nel contempo, ciò che di essa non si può che vedere e, insieme, ciò che essa, nella sua visibilità, non può che nascondere come invisibile e irriducibile rovescio e ombra del visibile stesso. Sulla base di questo delicato e singolare periodo storico, il progetto vuole utilizzare SpazioFico come un contenitore dinamico di riflessione e ricerca. I due artisti, intendono interfacciarsi con lo studio, ancor prima che spazio fisico, come realtà mentale e dispositivo d’azione, in un momento dove l’impotenza di agire gestisce il mondo circostante. Per tale motivo, è desiderio esporre principalmente le opere realizzate negli ultimi mesi, regolate da ossimori e sintomi contrari, instaurando quella sottile dinamica che vi si instaura tra condizione interna ed esterna, attraversando, soprattutto immaginando, con lo sguardo, un’emblematica finestra. È il misterioso e sempre vivo arcano del visibile nell’invisibile, che ritrova nell’atelier il suo significato più prossimo.

 

Per eventuale appuntamento chiamare Edvige: 3207828453.

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