Tutte queste definizioni girano intorno al concetto di voyeurismo, tema centrale della mostra, che si concentra in particolare sul piacere che percepiamo nell’essere spettatori invisibili dell’intimità di qualcun altro. Ne è un esempio l’installazione AZUMA (2019) di Jacopo C. Buranelli, che ci permette di spiare una perfetta ricostruzione di un giaciglio improvvisato da Hideo Azuma nel periodo del suo vagabondaggio. Celebre autore giapponese del manga Pollon, Hideo Azuma è scivolato, in seguito alle forti pressioni derivate dalla sua carriera di fumettista, in una gravissima forma di depressione che lo portò nell’89 a scappare di casa per condurre una vita nell’anonimato per la strada. Nel suo libro Disappereance Day (2005), di cui Jacopo Buranelli ha lavorato all’edizione italiana, racconta di questa sua esperienza, del suo profondissimo dolore e del tentativo di risolverlo con la fuga e l’alcolismo; dolore che nell’installazione si percepisce al primo sguardo, evocato dalle bottiglie vuote di alcolici accumulate in un angolo, dalla fattura misera del materasso, dal cibo in scatola, dalle riviste pornografiche aperte, presenti ovunque, indice della sua ossessione. Anche la sua assenza ci parla della sua condizione di fantasma. A rendere più realistica l’opera così come il fatto che sia allestita all’aperto. Lo spazio espositivo è situato in un cortile, dove un cocktail bar stimola le conversazioni tra i giovani artisti di Serio Collective e i suoi visitatori.