Aprendo le porte del proprio laboratorio, Caterina Perinetti, l'identità creativa che si cela dietro il progetto Peri Neri, invita il pubblico a compiere un viaggio. Fra le suggestioni di colori e materiali eterogenei che costellano lo studio, fanno capolino copricapi e accessori indossabili che rimandano a luoghi reconditi o anche solo immaginati dall'artista. Scenografa di formazione, Perinetti esplora il mondo attraverso le proprie creazioni, mossa da un'incessante sete di conoscenza alla ricerca di immagini ed emozioni che possano ispirarne la realizzazione.
La volontà di aprirsi al dialogo con popolazioni differenti, a diverse latitudini del globo, è la stessa che anima la collaborazione interdisciplinare alla base di un progetto come Trasumanar. La forte sinergia creatasi fra Perinetti e il Collettivo artistico Daylight attiva una performance in più momenti che vede protagonisti i copricapi e le maschere Peri Neri, capaci di impossessarsi delle performer che li vestono fino a suggerirne le movenze. Il neologismo "trasumanare", coniato da Dante Alighieri nella terza cantica della Divina Commedia (Il Paradiso), indica un percorso di ascesa, segnando il passaggio a una diversa comprensione del sé. Lo stesso poeta, facendone esperienza, desidera esprimere una condizione indefinibile, una situazione che risulta inafferrabile dal linguaggio in quanto eccede i limiti dell’esistenza umana, dandosi come profondamente ultra-terrena.
In una ricognizione antropologica per immagini che muove dal Polo all'Equatore, Perinetti mappa le modalità di convergenza attraverso cui differenti comunità etniche entrano in contatto con la dimensione mistica. Lungo il percorso, l’artista si interroga sui modi di contemplazione del divino per mezzo di cui l'animo umano raggiungere il suo massimo splendore. E’ nel solco di questa estrema consonanza che nascono le creazioni portate in scena: una maschera funebre rifulge, nella sua luminosità dorata, a richiamare lo splendore celeste; ad accompagnarla Borders: un copricapo ipotetico che si fa omaggio alle popolazioni che abitano le zone estreme del mondo, in una costante tensione rispetto alle forze nella natura e a condizioni climatiche estreme. Nelle successive tappe del viaggio si incontrano poi Primigenie: copricapo identificativo dello sciamano di una tribù che, nei rituali di evocazione degli spiriti, incanala energia tramite i suoni prodotti dai sonagli incastonati tra i suoi drappi; e Alien, suo doppio possibile: rappresentante di una forma di divinità incarnata, si avvicina alla manifestazione di un’umanità tecnicamente avanzata, spesso prigioniera dei propri deliri d’onnipotenza.
Se l’idea di trasumanare implica un superamento dei modi di conoscenza convenzionali, nel rappresentare figure al confine tra realtà fenomenica e dimensione spirituale Trasumanar si fa viatico di una diversa opportunità, per il soggetto, di esperire il mondo, relazionandosi all’ineffabile.