Situato in un cortile all’interno del quale coabitano realtà artigianali e artistiche, l’Armenia Studio prende il nome dagli ex Armenia film, una realtà cinematografica milanese completamente scomparsa negli anni Trenta che utilizzava lo spazio come teatro di posa; a cui, a sua volta, era succeduta una stamperia industriale ora ritiratasi nei locali al piano sottostante. L’apertura dello studio per il Walk-In nella giornata di venerdì 23 ottobre coincide con la sua inaugurazione e con l’approdo degli stessi artisti in esso.
Lo studio è nuovissimo, praticamente immacolato. Troppo presto perché inizi a raccontare qualcosa sul processo lavorativo dei sette artisti che ospita. Nel pensare l’organizzazione del nuovo spazio è stato fondamentale mantenere un locale vuoto, perché è in quest’ultimo che è meglio possibili il ritrovo e il pensare insieme. Della sua futura vita farà parte una zona dedicata a workshop, e - probabilmente - a delle microresidenze d’artista. Le opere in vista sono delle nature più disparate: calchi in gesso, tele, letterine di plastica a comporre frasi al confine tra l’essere frivole e il diventare statement, cianotipie in dialogo con dei tubi di tessuto plastico dalla presenza scultorea, lavori video, decine di immagini scaricate da internet e stratificate che rimangono sospese su alte superfici trasparenti, dispositivi ingegneristici, come il Rivelatore di benessere del vicinato per l’ottimizzazione della tranquillità di un condominio, con compiti relazionali che per il loro funzionamento richiedono la presenza del corpo (voce o mani).
La sensazione che si ha, girando per lo studio, è di visitare una mostra che presenta lo strano connubio fra una sorta di White-cube (very white), all’interno del quale i lavori sono stati ben allestiti, e delle scrivanie stratificate di disegni, schizzi e appunti.