Il progetto dell’artista Maura Tacchinardi ci confronta e coinvolge con una domanda: qual è il tuo segreto? Questa domanda, che si è andata a delineare ben tre anni fa, ha trovato molteplici risposte durante il periodo della quarantena, che ha offerto all’artista il momento giusto per proporre la sua iniziativa. Qual è il tuo segreto, progetto intrinsecamente “relazionale”, ha l'obiettivo di mettere in contatto più voci durante il difficoltoso periodo della quarantena, riunendo, come in un diario – o archivio – collettivo, le riflessioni, emozioni e le immagini di persone intrappolate nella monotonia e nell’inquietudine dell’isolamento. Il progetto ha l’ambizione di impedire che le energie dei suoi partecipanti vengano assorbite dalla difficoltà della pandemia, ma che invece vengano direzionate verso la creazione di qualcosa di poetico, di condiviso.
Se in un primo momento il profilo Instagram in cui i contenuti venivano caricati (@qualeiltuosegreto) era privato, per permettere solo ai contributori lo scambio dei materiali, in un secondo momento è stato reso pubblico per conferire alle suggestioni donate dagli utenti maggior risonanza. L’apertura del progetto ad un gran numero di contributori, trentacinque persone e cinque artisti, ha reso possibile la raccolta di materiali distanti tra loro: un passaggio di Calvino è seguito da una foto di una cipolla, che a sua volta precede un toccante pensiero sulla gioia. Compaiono numerosi ritratti, disegni scheletrici e rapidi, creati da Maura Tacchinardi, piccoli acquerelli a fianco di quadri ad olio; foto di tramonti o del proprio balcone si intrecciano con brevi testi che parlano del Naviglio spoglio da ogni figura. A volte i contributi sono così lapidari da essere composti da una sola parola, tanto personale da essere incomprensibile. I pensieri ponderati, lenti, ritrovano il loro posto nella dimensione estranea della pandemia; scorci casalinghi dimenticati vengono guardati con rinnovata attenzione. Essi si rivestono di significato e acquistano una rilevanza che prima, nella nostra normalità frettolosa, non avevano. È ritornare a dedicarsi alla semplicità. Il progetto prende infine la forma del libro, che si presenta come una raffinata pubblicazione creata grazie alla collaborazione tra Maura Tacchinardi e Francesca Depalma. L’estetica minimale dei post si traduce in grandi pagine bianche, abitate dalle parole, a volte schive e concise a volte estese, e dalle immagini offerte dai contributori.