Nel quartiere Simonetta è impossibile non far caso al verde che circonda gli spazi urbani e privati, soprattutto se all’ingresso di questo studio di 100 mq ci si trova al cospetto di un enorme Fico che, tramite le sue radici, si propaga per tutto il cortile del palazzo. All’ombra di questo gigante verde Open Studio accoglie le opere di tre giovani artisti della scena milanese. Entrando in questa ex fabbrica di materiali metallurgici si respira un forte odore inchiostro, gesso e creta e la luce di tre lucernari irradia lo stabile con un’evocativa luce naturale. Lo spazio è sapientemente suddiviso in tre postazioni, dedicate alle produzioni dei tre artisti che lo vivono da Aprile. Nella prima postazione troviamo le sculture di Gianluca Brando che nell’ultimo periodo concentra la sua ricerca scultorea sulle forme femminili: ottenendo il calco dei fianchi direttamente dai corpi lascia allo spettatore la totale libertà di coglierne la leggerezza. Al centro troviamo le grafiche di Francesca Mussi che, attingendo dai miti dei nativi americani, crea un dialogo tra grafica e corpo. Posizionata su una delle pareti spicca una gigantografia di lei stessa all’interno di una vasca da bagno intenta a simulare il mito Cherokee dello scarabeo trascinatore di argilla come creatore del mondo. Pietro Catarinella occupa la terza parte dello studio cercando di oscurare la luce naturale per poter lavorare alla sua ultima opera. Grazie ad un non-canonico utilizzo delle immagini vuole farci riflettere sulla grande quantità di informazioni a cui siamo assoggettati. Propone al pubblico una lettura su infiniti livelli, resa possibile dal montaggio di un indefinibile numero di fogli trasparenti colmi di immagini sconnesse su un telaio di grandi dimensioni, illuminato da led posteriori che creano un’aura attorno a questa potente installazione.