Attraverso l’utilizzo della tecnologia i due artisti offrono allo spettatore gli spazi della rappresentazione digitale e mentale, creando un dialogo ininterrotto fra le opere esposte e la partecipazione del pubblico. L’opera di Gioele Villani, Stratificazioni Macchiniche, è un’installazione posta al centro dello spazio che prende origine da Free_draw: un software che utilizza un algoritmo a base stocastica e combinatoria per generare forme. L’opera esposta riguarda l’oggetto di plastica stampato tridimensionalmente mentre una luce affissa su un telaio motorizzato ne proietta le forme sulla parete, instaurando un connubio fra le stratificazioni luminose e quelle materiche. Lo spettatore è invitato ad entrare nell’opera creando così una relazione fra la propria sagoma e la proiezione che varia a seconda della distanza dalla parete, della macchina, dell’inclinazione. Carlo Gambirasio, con Linea Variabile, riflette sul concetto di rappresentazione e composizione del paesaggio, individuandone la principale peculiarità nella linea dell’orizzonte. Ispiratosi alla tela di Mark Rothko Red orange, orange on red, rimanda allo spettatore la propria elaborazione di Paesaggio: un ‘concetto disincarnato che idealmente ne contiene ogni possibile variazione’. Grazie ad un apparato meccanizzato, l’artista inserisce nell’opera una linea d’orizzonte che muovendosi fra le estremità del vertice e della base, crea un moto perpetuo che moltiplica la rappresentazione sintetica all’infinito.