“Non siate distruttori di voi stessi. Elevatevi al vostro vero Essere e allora non avrete nulla da temere”.
Per mezzo dell’introspezione impariamo a conoscere il nostro Io, a tacere le divagazioni del pensiero, a oltrepassare i limiti dei sensi sino a risalire le fonti profonde della vita e a prendere contatto con la rete di forze invisibili che ci circondano e che abitano dentro di noi, come elementi del creato interconnessi tra loro. Studi di elogio di un’atletica leggera si stanzia all’interno di questa riflessione attraverso un gioco di rimandi tra l’artista Letizia Scarpello e l’insegnante di Yin Yoga Daniela Romanò. Il focus principale sta nell’attenzione al processo di training, a ciò che viene prima del prodotto finale; la lavorazione, la preparazione. Lo Ying Yoga, di fatto, si basa su processi meditativi ispirati al pensiero taoista di “yin e yang”, di equilibrio tra luce e oscurità. È una pratica profonda, che calma la mente e stimola il tessuto connettivo. Attraverso il mantenimento delle posizioni in una tensione ottimale, aiutate da una respirazione profonda, lo Ying Yoga permettere di rilassare tutta la muscolatura ed eliminare gli accumuli, ristabilizzando lo scorrere dell’energia nell’intero organismo. Allo stesso modo il lavoro di Letizia Scarpello, che fonda le sue radici nel teatro, riflette la medesima ricerca dicotomica ma questa volta in un equilibrio tra le parti interne allo spazio dell’arte, dilatandosi sino al rapporto tra l’opera e la sua realizzazione. Nelle sue tinture i colori si combinano liberamente confluendo in dinamismi performativi spontanei; sui tessuti ritroviamo spazi di contrazione e decontrazione ma in un connubio del tutto armonico, come se ogni singola parte che li componga, svuotata da ogni incombenza esterna, trovasse finalmente la propria strada, la propria essenza, la propria giusta posizione.