Nel 2019, l’anno in cui sono arrivato a Milano, Loreto è stata la prima zona che ho visitato, prima del Duomo. E non per scelta. Uno dз miei professorз di fotografia era dell’idea che per iniziare a muovere i primi passi in questa mutevole città si sarebbe dovuto partire da Via Padova. La maggior parte di noi studentз proveniva dal sud Italia e quella sfida l’avremmo accettata a prescindere, anche se ci era stata lanciata con uno strano sorrisetto in viso. З pochз milanesi, invece, erano stranitз. Non capivano il perché di questa scelta. Come fare a catturare l’anima di un quartiere se non conosci la città? L’ho chiesto a un libraio che mi ha aperto le porte della sua magica Potlatch, sita proprio lì. Tra prime edizioni di libri d’autore, introvabili cataloghi d’arte e fotografie d’archivio, mi ha raccontato chi popola quelle vie così caratterizzate, come la zona si sia evoluta col tempo e ormai faccia gola a proprietarз di immobili. Ci ricapito oggi, a distanza di due anni, dopo una pandemia ma ancora con la loro tessera intatta nel portafoglio. Non è cambiato di una virgola. Di sicuro ci saranno nuove vecchie perle da scovare con pazienza e qualche aneddoto da ascoltare su Eco o Moravia come se fossero chiacchiere da bar. Stasera, però, ad arricchire quel luogo avulso dal tempo ci sono un’installazione e una performance dei Warshadfilm/Làbbash. Il gruppo utilizza per lo più cinema in 16mm, fotografia e stampa tradizionale per produrre qualcosa di originale da ritrovamenti fortuiti. Tiziano Doria e Samira Guadagnuolo sembrano le persone più adatte ad esaltare quell’insieme di cultura con la propria attività artistica. Gli intenti sono gli stessi: inebriare i sensi con il profumo del passato. Ci conducono nel retro della libreria, sorpassiamo un cortile interno, fino a giungere in una Potlatch segreta. Le luci si abbassano e resta solo la piccola lampadina della Bolex 16mm a dar vita al prezioso archivio della sede in cui siamo ospiti.
Immersi tra milioni di pagine scritte chissà quando, assistiamo alla visione di una storia originale utilizzando spezzoni di altri film. Non c’è una trama precisa, bisogna solo farsi cullare dal flusso delle immagini, dalla voce fuoricampo e dai suoni degli artisti che performano al momento.