Celebrazione della vitalità

di Giulia Tortora

Alive

venerdì 8 ottobre 2021

Zone: 2 - Stazione Centrale, Gorla, Turro, Greco, Crescenzago

Arrivati allo Studio Manzoni, si viene accolti dal giardino nel retro del palazzo, un piccolo polmone verde incastonato nel cemento cittadino. La natura non è solo anticamera della mostra, ma ne è soprattutto il tema fondante, da qui il titolo ALIVE: celebrazione della vitalità. Le piante del giardino vengono tematicamente “portate all’interno” dall’opera di Giacomo Cossio: il vetro della cornice diventa come una seconda finestra da cui osservare il giardino qui caratterizzato da quel colore rosa bubble-gum, che è simbolo della contaminazione umana sulla natura. Ma la natura sopravvive e si ribella alle forze addomesticartici dell’uomo e dalle radici delle piante continua a crescere il verde, riappropriandosi del suo spazio. Accanto, il disegno dai toni caldi di Gio Manzoni invita ad entrare a scoprire l’atelier: i corpi delle donne raffigurate si articolano in una danza che ricorda quella delle Baccanti di Euripide. Questa dimensione mitologica si incontra anche nelle opere di Maurizio L’Altrella, i cui personaggi trasmutano dalla forma umana a quella animale come in una metamorfosi ovidiana; essi galleggiano su uno sfondo nero, non un vuoto ma uno spazio denso e carico di materia.

 Lo sfondo nero è caratterizzante anche delle opere di Paolo Guarnieri, qui svolge però la funzione della quinta di teatro, fondale su cui i corpi si mostrano e si trasformano in figure misteriose e a tratti mostruose, cifra stilistica dell’artista. Nelle fotografie di Sara Meliti, la vitalità del corpo e delle sue forme è esaltata dallo sfondo nero caravaggesco, opere site-specific create in occasione di Walk-in Studio. Accanto al lavoro fotografico carico di dettagli di Sara Meliti si trovano le fotografie pittoriche dai toni onirici di Antonio Delluzio, in cui elementi naturali come fiori, foglie e ossa animali si fondono con le figure umane, trovando in esse e nei loro movimenti una corrispondenza profonda. Tra questi sfondi bui spicca il lavoro di Sebine Baranabò in cui tubi e led colorati avvolgono la morbida stoffa di cuscini, creando forme che ricordano dei cervelli high-tech; l’installazione illumina la stanza ed è contemporaneamente contrastante e coesa con le altre opere esposte, a sottolineare ulteriormente quella ricerca di incontro e contaminazione disciplinare voluta dalle curatrici Michela Ongaretti e Alisia Viola. Studio Manzoni rispecchia perfettamente la varietà e l’incontro di temi, tecniche e materiali che si fondono nello spazio in quanto esso stesso è contemporaneamente spazio espositivo e spazio produttivo dell’artista.