Sicuramente, nel corso della vita, a ognuno di noi capita il momento in cui debbano essere rimessi insieme i pezzi, le immagini e le parole. Passiamo la maggior parte del tempo a dimenticarci degli istanti. Pablo Compagnucci, in arte Pablo Pinxit, ha trovato invece il modo di conservali, o – quantomeno - quello personalissimo per ricordarsene. Guardo e riguardo nel silenzio del suo studio in viale Sarca 91 immagini coloratissime e collage, tutto quello che lui è riuscito a catalogare e sistemare nonostante il limite fisico della tela e dei quaderni, dove conserva i suoi ritagli. Sono tantissimi. Me ne ha fatti vedere due, una vita intera, lì. I frammenti sistemati in ordine temporale casuale entrano ed escono anche dai suoi quadri, l’enumerazione caotica delle immagini insiste sulla complessità della visione, ogni dettaglio entra dentro un altro, horror vacui. Tortuoso è il labirinto in cui deve cercarle, lunga è la strada, poco il tempo per poterle afferrare tutte. Mi parla di come la mostra, Social identity, vuole rispondere a una necessità di ripensare il nostro presente a seguito del periodo pandemico appena trascorso; le immagini esorcizzano quel momento, creando una nuova costellazione.
I momenti di rumoroso silenzio nel biancore dello studio si intervallano con la spiegazione delle opere di Shiaron Carolina Moncaleano, i suoi stencil sono immoli spettatori dei quadri di Pinxit, riflettendone allo stesso tempo, con antropomorfe silhouette specchianti, le immagini.
Passano passano quindi i suoi ricordi, si scambiano forse anche con miei, con quelli di chi era lì, con noi. Passano, passano le immagini, i collage, passano e vanno, lì dove Pinxit cerca di trovarle. Tortuoso è il labirinto in cui deve cercarle, tortuosa è la complessità dentro cui cammina, specchi, specchi riflettono le immagini come archetipi collettivi, dentro ma anche fuori. Chiama il quadro alla riflessione, cosa è successo fino ad adesso? Dove devo cercare il ricordo che ho appena perso? Gli\le spettatorз, realizzatз da Moncleano guardano, come me, ciò che scorre via. Una volta usciti da lì resta, in fondo, un uomo che scruta la sua anima.