In via Ettore Ponti 15, lo studio DOPAPINE, formato da Andrea Contin, Andrea Kvas, Manuel Esposito e Aronne Pleuteri, apre per la prima volta le porte al pubblico, in occasione di Walk-In Studio, con | SESSO | sVEnTRO | CARiTÀ | Epentesi bizzarre per arte differenziata. Dall’applicazione della pratica dell’epentesi sui bidoni della raccolta differenziata - dove SECCO diventa SESSO, VETRO si trasforma in sVEnTRO e CARTA diviene CARiTÀ - nascono i termini che ispirano quelle che possono definirsi tre micro mostre. La messa in scena di tre diversi momenti rispecchia lo spirito di DOPAPINE, dove i quattro artisti/coinquilini portano avanti le loro singole ricerche in un ambiente sinergico, influenzandosi continuamente in una dinamica relazionale e intergenerazionale. Questa visione partecipativa si concretizza anche a livello spaziale: ogni centimetro di parete e il pavimento sono ricoperti di pitture, installazioni, fotografie, collage, macchine sonore, video e performance. Per sVEnTRO i lavori di Kvas e Marta Pierobon vivono all’interno di un connubio imprescindibile. Le grandi tele di Kvas dominano l’ambiente con accostamenti di colore astratti e imprevedibili, costituendo il basamento delle opere di Pierobon: piccole sculture antropomorfe e surreali. Le marionette e le opere in movimento di Contin, dialogano invece con un testo scritto da Luca Francesconi rispetto al tema della CARiTÀ, che viene recitato in successione dai/lle 9 artisti/e, inserendosi in quell’ottica d’interscambio che fa da sovrana. Le due new-entry del team di DOPAPINE, Esposito e Pleuteri, dialogano sul tema del SESSO. Riflettendo parallelamente su nuove maniere e ipotesi future di raccontare e intendere la mascolinità, si incontrano nella realizzazione dei Teatrini Schizofrenici: performance dove l’immaginario saturo, fiabesco e privo di violenza di Pleuteri viene disturbato dalla figura estranea e allo stesso tempo complementare di Esposito, dando vita a un delirio introverso di due individui che, distaccati dal mondo ne organizzano uno nuovo. In una visione sesso-centrica si inseriscono i disegni di Vittoria Toscana che guardano dall’altro la festa fittizia messa in scena da Ludovica Gugliotta. Qui ogni invitato è intrappolato in uno stereotipo animalesco popolato da una mucca, una cagna e un asino. Chiude questo viaggio esperienziale Domenika Georgiou, che interrogandosi sul senso della vita e della creazione artistica, compone marchingegni che necessitano del suo intervento per animarsi. È un’esperienza caotica, ludica e sensoriale quella dettata dall’horror vacui saturo di colori di DOPAPINE: semplicemente bizzarra.