Attraversando il cortile di via Farini 36 ci si ritrova a percorrere in lungo e in largo la città di Milano: scorci suggestivi, dettagli inconfondibili, particolari unici sono restituiti al visitatore attraverso illustrazioni e oggetti di design. Questa è “segno /‘se-gno/ - impressioni milanesi”, realizzata da Bota Fogo Ceramica e dal Collettivo La Touche - Sonia Diab e Lavinia Fagiuoli - per Walk in Studio 2020. Una singolare parete fa da sfondo alle sedici stampe di Sonia Diab - Collettivo La Touche - realizzate in monotipo, una tecnica ibrida che unisce pittura e stampa calcografica, utilizzando il torchio calcografico presente in studio. La raccolta di simboli della città fonde insieme la storia personale dell’artista e quella collettiva all’insegna del tempo che scorre. La prima stampa che domina sulle altre è la Madoninna; poi si intravede il Duomo con le sue guglie; le palme e il leone di Vittorio Emanuele con i piccioni. Uno spaccato di Torre Velasca e il museo del ‘900 con le sue finestre. La Milano moderna, quella che viaggia veloce, è elettricità con le rotaie dei tram e il cielo di cavi elettrici. I palazzi lungo i navigli; un Cimitero Monumentale accentato; la torre d’oro di Fondazione Prada. Gli edifici in colonne, vicino Porta Ticinese e il pavimento della Galleria.
Seguono gli otto collage di Lavinia Fagiuoli - Collettivo La Touche - si sviluppano in altezza proprio come lo skyline di una grande città. Essi combinano frammenti di foto della città di Milano e frame dal film La notte di Michelangelo Antonioni. Questa narrazione incastra foto, frame e personaggi nei luoghi più disparati della città finché vecchio e nuovo ci portano ai due amanti in Galleria: “sapessi com'è strano, sentirsi innamorati a Milano, sapessi com'è strano darsi appuntamento a Milano, in un grande magazzino in piazza o in galleria”. Una citazione dell’artista alla canzone della Vanoni, per restituire allo spettatore una ricomposizione onirica che racconti la vita in città. Le mensole sottostanti accolgono gli oggetti esposti del duo Bota Fogo ceramica - metti/dai fuoco in brasiliano, chiaro rimando alle ceramiche che vanno cotte in forno - composto dall’architetto Sara Banfi e dalla designer Isabella Secchi. Il loro progetto dal titolo Urban Instant si lascia ispirare dall’architettura di Milano in particolare da Palazzo Crespi di Piero Portaluppi. Un prototipo dell’oggetto è stato stampato in 3D, così da poterlo utilizzare per creare uno stampo in gesso: una volta ottenuto lo stampo è stato possibile realizzare il prodotto finale - un vaso in terracotta smaltata con delle grafiche ispirate alle architetture milanesi di Portaluppi. Lo spazio dell’esposizione, infatti, è affiancato dal laboratorio di Bota Fogo ceramica - in cui si organizzano lezioni, corsi serali, ecc. - dotato di due torni e un forno per ceramiche.
Un museo o una galleria non potrebbero mai restituire le stesse sensazioni ed emozioni di uno studio d’artista: un ambiente con tutti gli strumenti da lavoro, il contatto con gli artisti che spiegano il perché delle loro opere non può non lasciare il segno. Un atelier condiviso che offre ai suoi visitatori un’esperienza per scomporre e ricomporre la città di Milano, unendo analogico e digitale, vecchio e nuovo, antico e moderno.