Da ex officina milanese, Spazio Fico è stato riadattato a vero e proprio appartamento-studio, attualmente gestito e abitato dall’artista Edvige Cecconi Meloni, la quale, in occasione di Walk-in studio, ha deciso di collaborare con Francesco Kalivaci. Entrando si viene accolti dal risuonare di musica di altri tempi e dalla confortevole intimità della casa-studio - le cui pareti sono adornate dai lavori dei due artisti, come travolti dall’atmosfera quotidiana di questa stanza - per poi giungere pochi passi dopo nel vero e proprio spazio espositivo - una sorta di locus amoenus in cui contemplare l’arte nella sua essenza originaria. L’accostamento di queste due stanze, caratterizzate da un’atmosfera agli antipodi, può trovare un riferimento nel titolo dell’esposizione: “Con-fine”.
Confine come una linea che separa, ma che consente in qualche modo una prossimità. E’ proprio questa concezione di “confine” che ha dato vita alla mostra situata nello spazio espositivo; i due artisti infatti stavano passando la quarantena in due città diverse al momento dell’ideazione, ma questo non ha comunque impedito un incontro delle loro menti, pur nella lontananza fisica. In questo spazio, studiato come un percorso da compiere in fila indiana, troviamo espresso in modo simbolico ciò che per i due artisti è stato il desiderio incompiuto più profondo in un periodo storico in cui ad avere la meglio sono stati i divieti. Un tappeto a sfondo nero dipinto con i colori dell’aurora boreale forma il corridoio percorribile dai visitatori e rappresenta l’esplicazione dell’anelare di Edvige verso una distesa infinita di cielo, resa invece finita durante il lock-down dai contorni delle nostre finestre. Francesco invece - a riprova del fatto che il mancato contatto tra i corpi sia stata per lui un’imposizione inaccettabile - espone tre rappresentazioni ideali di corpi femminili, le quali si stagliano sulla tela nera come delle vere e proprie costellazioni.