Devo andare in Giovanni da Cermenate 7 - “ah che bei ricordi” penso, “quel claustrofobico monolocale, il tram 3 che tanto amavo prendere, sempre stravolto di popolo, l’edicola all’angolo e la sua edicolante” - “chissà se sarà ancora aperta; non hanno più molta vita” - penso.
Eppure se ci riflettiamo un attimo, le edicole aprivano le nostre giornate, erano le prime parole che scambiavamo ancora sotto l’effetto di Morfeo, zombie ambulanti alla ricerca della notizia o della risata. Amavo andare in edicola, mi mandavano a prendere il quotidiano da sola, era emozionante - c’erano i fumetti, il Cioè, le figurine… c’era sempre un via vai di persone disinteressate, eppure erano sempre le stesse, si scambiavano un sorriso, un buongiorno e con il giornale sotto il braccio iniziavano la loro giornata. Mi chiedo se le cose siano ancora così. Sovrappensiero mi rendo conto che mi sono soffermata, forse, su cosa sia l’edicola perché qualcuno mi ci ha fatto pensare effettivamente. DaiPiccolo, la casa-studio che sto per raggiungere si è di fatto trasformata per un giorno in un’edicola. - Che mente acuta che ho - penso con sarcasmo - ma sono ancor più piacevolmente incuriosita, ora.
Citofono, entro in uno di quelle corti che ti portano improvvisamente indietro nel tempo, salgo le scale e raggiungo sorridente la porta d’ingresso. Entro e subito penso “ che bell’atmosfera “. Tutti placidi che sfogliano… giornali? Libri d’artista? Libri? Fanzine? Non posso che salutare e infilare la testa in ognuno di essi. Sono nel paese dei balocchi, sono tornata la bambina che veniva spedita per la missione “quotidiano”. C’è ironia, spensieratezza, colore. “Pippi Calzelunghe”…? No! Qui è “Calze pippilunghe”! Il libretto rosso di MAO (?) - guarda, c’è addirittura l’album di figurine, mi avvicino e le figurine sono piccole cartoline con foto di pupazzetti di pongo che hanno vita propria - oh, c’è anche GRAZI… ah no, “ma non si apre” penso, è rivestito di resina, è congelata nel suo tempo ; ah no, posso attivarla con dei filtri di instagram - geniale! e così via, libri per bambini che per bambini forse non sono, illustrazioni e incisioni, formati, estetiche e filosofie di ogni genere. C’era proprio tutto, tutto quello che trovavo quando ero piccina - solo che qui è tutto d’artista, tranne forse i Fonzie e le caramelle (sì, ci sono anche quelle). Vorrei rimanesse aperto sempre - forse ci servirebbe proprio un’edicola d’artista. Ritornata bambina, con un sorriso a mille denti che sotto la mascherina nemmeno si percepisce metto mano al portafogli - tutto è in vendita - e felice torno a casa ridendo con la caramella in bocca e sfogliando l’ironia fatta su carta.