Anna Pellegrini Tondini in conversazione con Marina Mojana e Roberto Borghi. Il talk programmato dallo Studio Battisti si è tenuto online - per i motivi che ormai tutti conosciamo e con cui facciamo i conti di giorno in giorno - quindi la chiacchierata è stata trasferita sul piano virtuale anziché in studio circondati dalle opere di Anna Pellegrini Tondini. Sono le 18:00 quando Emilio Battisti presenta Marina Mojana e Roberto Borghi che si interfacciano con l’artista Anna Pellegrini Tondini pronta a rispondere a tutte le domande sul suo percorso artistico. Lo scopo dell’incontro era quello di sviluppare una chiacchierata critica strettamente correlata ai significati più profondi delle opere esposte. Marina Mojana, curatrice della mostra, definisce le opere della Pellegrini come Spazi di silenzio, identificandoli come l’introspezione compiuta dall’artista stessa nella realizzazione di queste tele, a loro volta composte da sovrapposizioni di trasparenze intervallate da delicati interventi pittorici.
In una vivace chiacchierata con il critico Roberto Borghi emergono caratteristiche profonde dell’operare della Pellegrini, con rimandi ad etimologia, critica d’arte e riferimenti come Kandinsky con il suo Spirituale dell’arte. In un confronto diretto tra curatore, critico ed artista emergono riflessioni sul ruolo che l’arte e i suoi operatori hanno e dovrebbero avere oggigiorno. Alla fine della chiacchierata la curatrice interroga l’artista sul ruolo che dovrebbe assumere un creativo nella contemporaneità, e la riflessione compiuta da Anna Pellegrini Tondini è chiara: l’artista deve saper sottolineare delle urgenze e deve essere inserito nel suo tempo storico, ma prima ancora deve saper parlare e tornare a rivolgersi alla propria interiorità.