C’è un’espressione nella cultura popolare cinese che mi è cara, ed è: yuánfèn. Questo termine descrive una coincidenza fatidica, un destino ineluttabile il quale - e questo è fondamentale - si basa sull’interazione. Sarà forse il periodo che stiamo vivendo, ma mi sembra importante ricordare che siamo parte di un sistema, e che questo sistema si compone di relazioni. Ed è proprio da un’interazione fortuita che comincia la collaborazione tra Chiara Francesca Longo e Lisa Tiberi, le quali s’incontrano a Brera; e mentre la prima si offre di curarne la documentazione, la seconda espone ad Aperto. In quest’occasione Chiara nota l’installazione di Lisa che, con un filo rosso, mette in relazione lo spazio interno con l’esterno, storie presenti e passate. Le due risuonano e, quando Chiara Longo vince la residenza alla Casa degli artisti, invita Lisa Tiberi a ripetere la sua installazione; le due lavorano assieme alla realizzazione di “Così lontano e così vicino” (titolo che s’ispira al film di Wim Wenders del 1993), coinvolgendo nel progetto Alessandro Lonati e Laura Colantonio.
La Casa degli Artisti è un luogo dalla storia forte, un ex centro sociale che ha accolto tra le sue mura artisti, musicisti e liutai, presente nel tessuto del quartiere e nelle testimonianze di quegli abitanti che ancora vivono il quartiere, e che hanno voluto aprirsi con Chiara Francesca Longo ed Alessandro Lonati, i quali hanno registrato interviste e lavorano sul ricco materiale d’archivio. Il filo si intreccia in un sistema fatto di tensioni e nodi, composto dalle molte storie raccontate dalle persone che ricordano i tempi in cui il centro sociale esisteva. E i fili rossi così collegano la Casa degli Artisti agli edifici che lo circondano, e va a formarsi un tessuto composto da interazioni, intrecci e storie condivise. Frammenti di narrazioni raccolte e trattate con tatto.
Come tutte le comunità anche quella della Casa degli artisti è composta dal molteplici storie e, per chi ha visitato i piani dell’ex centro sociale, c’è stata la piacevole sorpresa di vedere visitabili gli studi di: Camilla Alberti, Eleonora Roaro e del gruppo composto da Ekin Bozkurt, Chiara Campara, Giulia Oglialoro, Riccardo Tabilio e Francesco Venturi.