Flowers by the window è una duplice esposizione che si sviluppa a partire dal dialogo tra uomo e natura portato avanti tra artisti e curatori. Da qui nasce Mimesi, la prima parte, curata da Bianca Basile e Gabriele Salvaterra e ospitata nello studio di Giovanni Pasini.
Lo studio stesso preannuncia la mostra: rintanato in un cortile nella metropoli industrializzata, come se volesse sfuggirle, e pieno di fresche piante verdi, esso accoglie i lavori di Giovanni Pasini, Lorenzo Di Lucido e Stefano Zotti. La pittura su carta del primo è ciò che evoca in modo più diretto il mondo naturale. I colori utilizzati si muovono sui toni del verde, marrone, rosso, le forme sono fresche e libere, aperte alla casualità. Infatti, l’uso della spatola non viene controllato nei dettagli, al fine di creare un’occasione di errore e di autotrasformazione, così come avviene nel processo generativo della pianta stessa.
I quattro piccoli quadri monocromatici di Di Lucido sono ambigui, invitano a essere spiati e decifrati. Le pennellate verdi sono dense, corpose; la pittura viene continuamente ridipinta, masticata e sputata sulla superficie fino a che l’artista ne decide la conclusione - uno dei quadri infatti si intitola Rumine. Dunque sia in Pasini che in Di Lucido è centrale l’evocazione di una natura o di un paesaggio visti e rielaborati, imitati in un secondo momento attraverso l’operazione artistica personale. Chiude la mostra un gruppo di piccoli oggetti distribuiti su un bancale. Sono stampe, fogli, diari di schizzi, matrici incise, tutti esempi dell’archivio materiale e artigianale di Zotti. Le influenze nel suo lavoro sono molteplici, ma prendendo spunto in particolar modo dal territorio, l’artista crea matrici dalle quali poi è possibile ottenere diversi esemplari di stampa, secondo un procedimento che imita e copia l’elemento originale.
L’ampio discorso del rapporto con la natura continuerà anche con altri artisti nella seconda parte di Flowers by the window, Abracadabra, che inaugurerà venerdì 23 ottobre presso la casa-studio di Giorgio Bulzi.