Un tentativo di apertura verso gli altri e l’ambiente circostante contro la chiusura alla quale siamo quotidianamente sottoposti per cause di forza maggiore: così può essere letta l’installazione di Lisa Tiberi, scultrice di formazione, ospitata da Chiara Francesca Longo presso la Casa degli Artisti. Lo spazio, nel cuore di Milano, ha l’obiettivo di essere un luogo di connessione tra le persone e un luogo di sviluppo per le arti visive, performative, sonore e digitali. Inoltre, permette agli artisti di far sentire la propria voce in quanto tali.
Il concetto stesso di connessione è ciò che caratterizza Lisa e la sua installazione, il cui intento iniziale era quello di far arrivare i fili che la compongono fino in strada, per riuscire a legare, ma soprattutto a collegare, persone, abitazioni, quartieri: quante più cose possibile. L’azione potrebbe sembrare semplice, ma cela un forte significato: quello di sentirsi uniti, di essere parte di un tutto, in un mondo dove la frammentarietà è all’ordine del giorno. Tutto questo rispecchia la stessa idea di arte dell’artista, che deve essere sempre in grado di suscitare emozioni: mai un qualcosa da vendere o comprare, mai una faccenda politica.
L’idea da cui l’installazione si sviluppa è ambivalente: è quella della ragnatela, rappresentata dai vari intrecci dei fili che circondano lo spazio, che può essere ospitale per alcuni, ma un legame soffocante per altri. Ambivalente è anche il rapporto tra un rosso acceso del filo (il più forte nello spettro dei colori) e la lana, un materiale effimero, che riporta alla memoria la naturale disgregazione delle relazioni. Ma ricorda anche un’altra cosa importante: le relazioni si possono sempre creare: non sono mai prestabilite. Per questo, l’installazione di Lisa Tiberi può essere vista come un infinito work-in progress.